Un articolo sugli ITP del Messaggero Veneto

Il Messaggero Venero si occupa della questione ITP e PAS, in un lungo articolo speiga nel dettaglio la problematica dei Docenti di Laboratorio, precari da molti anni e che rischiano di non riuscire ad abilitarsi perchè le università non attivano i corsi.

UDINE. Insegnano negli istituti superiori da 10 in alcuni casi anche da 15 anni, ma non sono abilitati a farlo. I diplomati impegnati nei laboratori degli istituti tecnici dove spiegano ai ragazzi l’applicazione dei principi teorici, rischiano di diventare gli eterni precari.

Il motivo è presto detto. Le università di Udine e di Trieste hanno attivato solo 3 delle 52 classi previste per i Percorsi abilitanti speciali (Pas) la cui frequenza è indispensabile a oltre un migliaio di docenti in regione, circa 430 solo nella provincia di Udine, per iscriversi nella fascia due e tre della graduatoria e ambire a un posto in ruolo. «Non riusciremo ad abilitarci» lamentano i rappresentanti delle classi C050 e C320, Michele Siega ed Angelo Pertoldi, ricordando che le sole tre aree attivate a Udine «sono tutte inerenti l’area turistico-ristorativa che può essere frequentata da soli 16 docenti in tutta la regione».

Un migliaio di insegnanti, insomma, se vuole abilitarsi deve emigrare fuori regione, ma non quest’anno perché nelle università più vicine, Padova è solo un esempio, i posti sono già tutti esauriti. Se vogliono ottenere quel pezzo di carta, gli aspiranti docenti di ruolo devono optare per Camerino o per l’università della Calabria versando circa 2 mila 600 euro di iscrizione che, a questo punto, verranno meno nelle casse dell’ateneo friulano. «Nel frattempo – evidenziano Pertoldi e Siega – resteremo in terza fascia a osservare chi ci passerà davanti. Insegnanti provenienti da fuori regione».

«La mancata attivazione in regione del Pas per la C320 dall’anno accademico in corso creerà un forte pregiudizio e disparità di trattamento per tutti i precari ammessi al Pas» scrivono nella mail indirizzata ai vertici dell’università di Udine e dell’Ufficio scolastico regionale i due portavoci ricordando che sul territorio nazionale numerose università hanno già avviato i Pas per tutte le classi di concorso. Alla luce di tutto ciò, Siega e Pertoldi vogliono conoscere i criteri adottati dall’ateneo friulano per attivare solo 3 percorsi anziché i 52. Lo fanno «richiamando l’attenzione sull’influenza che le decisioni degli atenei regionali hanno sul futuro lavorativo degli oltre mille precari che da anni lavorano in Friuli Venezia Giulia per formare le nuove generazioni».

Detta in altri termini, i precari chiedono di poter svolgere la loro professione di docenti proprio perché hanno maturato «le capacità e i requisiti ad eccezione dell’abilitazione all’insegnamento che – sottolineano -, sarebbe già superata dalle competenze che ciascuno di noi ha acquisito sul campo». I corsi si articolano in 300 ore di frequenza e dovranno essere completati entro luglio per consentire l’aggiornamento delle graduatorie.